Il contratto di locazione a canone concordato

Il canone concordato: quali sono i vantaggi?

In questo articolo andremo ad analizzare i pro e i contro dei contratti di locazione a canone concordato e non solo: vedremo come funziona, come si calcola e i vantaggi fiscali.

Il contratto di locazione a canone concordato ha senza dubbio dei vantaggi fiscali per il proprietario, detto anche locatore, ma non solo: anche per l’inquilino, detto anche conduttore, esistono dei vantaggi.


Che cosa si intende per canone concordato?

Si intende un canone stabilito secondo determinati parametri dettati dai cosiddetti “Accordi Territoriali” convenuti dalle organizzazioni dei proprietari e quelle degli inquilini – e quindi non a canone libero, ovvero non stabilito dal locatore.
Come si calcola il canone lo vedremo nel punto successivo, ma prima è bene sapere che il concordato è un contratto che si differenzia da un normale contratto di locazione soprattutto per la durata:
infatti anziché il classico 4+4 si può applicare un minimo di 3+2 (3 anni rinnovabili di 2).

 


Come si calcola il canone concordato?

Per prima cosa, si deve analizzare quanto previsto nell’accordo territoriale sopracitato.
Cosa fondamentale e sempre richiesta è la metratura calpestabile esatta del proprio immobile; una volta calcolato il tutto seguendo le linee guida, si possono applicare i prezzi minimi e massimi indicati sempre nell’accordo territoriale.
Questo calcolo dovrà essere poi vagliato e approvato da una delle associazioni di categoria o da una delle associazioni firmatarie dell’accordo territoriale.


Si può allungare la durata del contratto concordato?

Sì, la normativa prevede di allungare la prima scadenza fino ad un massimo di 6 anni, quindi  in alternativa al 3+2 si può applicare un 4+2 o 5+2 o appunto un 6+2.
Alla seconda scadenza, il contratto si rinnova automaticamente di due anni in due anni, sempre che non venga disdetto entro i termini previsti da contratto.


Quali sono i vantaggi fiscali?

I vantaggi fiscali sono sia per il proprietario che per l’inquilino.

Per il locatore:

    1. in caso di tassazione ordinaria, la base imponibile è ridotta del 30% (sempre che siano rispettate le condizioni di cui all’art. 8 della legge 431/98);

    2. in caso di tassazione ordinaria, l’imposta di registro annuale è scontata del 30%;

    3. in caso di cedolare secca, l’aliquota fissa è al 10% anziché 21% – se non sai cos’è la cedolare secca, ti invito ad approfondirlo nel nostro articolo dedicato.
      ATTENZIONE!!! L’aliquota al 10% viene applicata solo se il tuo immobile si trova in un comune ad alta tensione abitativa. Clicca QUI per l’elenco dei comuni considerati ad alta tensione abitativa;

    4. l’IMU è scontato del 25%.

Per il conduttore:

    1. in caso di tassazione ordinaria, l’imposta di registro annuale è scontata del 30%;

    2. in caso di cedolare secca, non ci sono imposte di registro annuli né imposta di bollo;

    3. maggior detrazione d’imposta per gli inquilini a basso reddito (a questo LINK trovi spiegato nel dettaglio tutte le detrazioni).

 


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